“Ciao, non ti ricorderai di me, sono il figlio di Giuseppe. Ero molto piccolo l’ultima volta che ci siamo visti!” Con queste parole, in un area di sosta della val Pusteria, mi viene incontro un ragazzo di una ventina d’anni scendendo da un furgone chiuso. Ora io sono quasi sicuro di non conoscere nessun Giuseppe, tanto meno uno con un figlio così giovane. Ma so di essere vago e faccio finta di niente salutandolo con una stretta di mano. Stiamo tornando a Roma con una macchina stracarica ma il ragazzo insiste che, per festeggiare il nostro incontro, mi deve assolutamente regalare una cassetta di pomodori. “Ho appena aperto il mio nuovo negozio, là – indica una direzione qualunque – vicino a quello di Giuseppe” dice. E mi molla la cassetta che, faticosamente, sistemo in macchina. Non faccio in tempo a girarmi che si presenta con una cassetta di meloni e una di pesche. Cerco invano di resistere dicendo che non mi servono, che siamo solo in due, che non so dove metterle. Niente da fare, me le infila in macchina e, ma guarda un pò, mi dice che me le può dare ad un ottimo prezzo: invece di ridargliele gli do venti euro. In un secondo sparisce lui con tutto il furgone. Che, naturalmente, non ha uno straccio di insegna. Ci metto un pò a capire che mi ha … fregato. Anche se, devo aggiungere, la frutta (sei meloni, almeno tre chili di pesche) e i pomodori (dopppio strato) sono buoni. Un pò li abbiamo regalati, il resto lo stiamo mangiando.
Vabbé, è andata così ma … dovrò stare più attento!