La valigia

p015_1_00Eccomi di nuovo qui in aeroporto. Non è la prima e non sarà l’ultima volta.

Il volo è fra due ore e sono certa che li passerò in parte ferma ad aspettare e in parte correndo ed evitando piedi ed altri ostacoli lungo il mio cammino verso il gate di uscita. Oggi mi sento piuttosto vuota, forse il viaggio sarà breve ma questo, temo, non mi eviterà di essere scrutata ed esaminata con la massima attenzione specialmente quando passerò sotto quella specie di tunnel ballonzolante. Tunnel, buio, caverna …… il mondo intorno a me comincia piano piano a cambiare …….

Fuori è ancora notte, la pelle del lupo è stesa a terra e sopra ci sono già alcuni oggetti che verranno portati via, le selci affilate, un paio di quelle pietre che strofinate danno le scintille per accendere il fuoco, la carne essiccata per i primi giorni di viaggio. Fuori è tutto bianco di neve. È già la terza stagione che la primavera e l’estate non tornano, non ci sono più’ animali da cacciare, la famiglia sta per morire di stenti. Sulle pareti della caverna il più’ grande dei figli ha appena finito di disegnare gli animali che hanno abbandonato la zona e le indicazioni di dove sono diretti: se qualcuno dovesse rifugiarsi nella grotta potrebbe seguirli verso la salvezza.

Il capofamiglia raccoglie la pelle del lupo, lega le zampe, le infila in un lungo bastone e alle prime luci dell’alba la famiglia si incammina verso il sud ………. portando con sé tutto il loro bagaglio.

Una mano scuote la spalla del mio compagno di viaggio che si sveglia in un attimo “sir, …. sir”: una gentile assistente gli indica che il nostro volo sta imbarcando e che, se non si sbriga, lo perderemo. Mi sento afferrare e mi lascio trascinare con ancora in mente le immagini del sogno. Chissà, forse quella pelle di lupo era un mio lontano antenato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *