Tronchetto della felicità

p009_1_00C’è’ una certa ironia nello stare seduti davanti ad un tronchetto della felicità ed essere nello stesso tempo coscienti che la situazione è tragicomica.

Ho il numero 144 alla posta per una raccomandata e quando ho preso il biglietto il contatore degli sportelli era fermo al 103. Solo 41 persone davanti a me! C’è’ tutto il tempo per uno spuntino al bar con un caffè per ingannare l’attesa. Ma questa si è accorciata di soli 15 minuti e alle 13.05 sono ancora in contemplazione della stessa pianta. Certo c’è di peggio. Avevo prudentemente portato un libro e ho letto per un pó. La signora vicino a me, al mio secondo sollevare lo sguardo verso i contatori mi ha detto: “Fa in tempo a finirlo quel libro!” E lei lo può ben immaginare visto che ha il numero 133 ed è qui da un’ora! Altro che felicità, è rassegnazione quella che si legge su molti dei volti presenti in sala. Fuori splende il sole, c’è’ un piacevole venticello ma guai a lasciarsi sfuggire il turno.

Ed ecco una vocina, diffusa dagli altoparlanti avverte i “gentili clienti” che gli sportelli chiuderanno inesorabilmente alle 14.00 e che la presenza in sala non garantisce il servizio. Peccato abbiano continuato a distribuire numeri fino a 250 che, si sa, non saranno mai serviti in tempo. Forse la dannata macchinetta che distribuisce i numeri potrebbe essere fermata con congruo anticipo e gli utenti avvertiti! Ma ecco che quasi distrattamente il contatore è cresciuto fino al 144 e, in pochi secondi, si fa per dire – le macchine disponibili per timbrare la corrispondenza sono di una lentezza esasperante – la mia bella raccomandata viene inghiottita dai cassetti della posta in partenza, un breve scambio di denaro e, felice, mi allontano con un ultimo sguardo a quel tronchetto della felicità che, in fondo, mi ha tenuto un po’ di compagnia e continuerà a farlo con tutti i prossimi “gentili clienti”.
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