L’ansia del burro

p003_1_00Una splendida giornata turbata dall’ansia del burro. Facciamo un passo indietro, come tutti i weekend andiamo a fare colazione fuori e ne approfittiamo per fare qualche spesa al vicino supermercato. Colazione con le solite quattro bombe, caffe’ americano e caffellatte. La gentilezza di F. nel tenerci da parte le bombe si sfalda nel fatto che sono fredde e si “intozzano” un po’ ma non sappiamo come dirglielo. La spesa finisce nel cofano della macchina e andiamo a far scorrazzare Leo a Villa Borghese. Parcheggio e via. Alberi in fiore e prati quasi bianchi di margherite, e’ scoppiata la primavera e la luce e’ perfetta. Come sempre ci infiliamo nel prato dei cani popolato da tutti i piu’ svariati personaggi e i loro cani e che si incontrano solo la Domenica (e meno male!). Passeggiando incontriamo una gentile vecchina che si ferma ad accarezzare Leo e dice che gli animali, tutti gli animali, sentono quando le persone li amano……..

La mamma ha deciso di portarmi al circo, e’ la prima volta e sono emozionatissima. Mi metto il mio vestitino rosso e sono pronta per questa grande emozione. E’ tutto un rullar di tamburi, di bandiere al vento e l’aria e’ impregnata dagli odori degli animali selvatici che vivono nelle gabbie intorno al grande tendone del circo. Entriamo e ci sediamo ai nostri posti in prima fila: sulla pista corrono e si rincorrono tanti buffi personaggi vestiti di colori assurdi e con il naso coloratissimo, chi di rosso, chi di viola. Quando entro si girano e mi salutano con un gran sberleffo. Ma la serata va avanti, arrivano e se ne vanno i giocolieri, i cavallerizzi e gli elefanti e finalmente arriva il momento del domatore. Tornano i clown mentre una grande gabbia viene montata al centro della pista e io quasi posso toccarla. Un gran rullar di tamburi ed entrano le tigri, grandi bellissime. Una in particolare si ferma al centro della pista e mi guarda. Non posso resistere mi alzo e, prima che mia madre possa fermarmi mi avvicino alla gabbia. La tigre scende dal suo piedistallo e si avvicina, il domatore e’ lontano, mia madre, credo, paralizzata dalla paura. Allungo la mano e la tigre, dolcissima, mi guarda, mi da una leccatina e si allontana maestosa…….

“Eh, si, chi ama gli animali non ne ha mai paura e loro lo sanno ! Ciao Leo!” E si allontana lungo la siepe con il suo passo minuto. Noi non possiamo fare altro che continuare la nostra passeggiata.. Leo incontra altri cani, giochicchia (chi o cosa ci vorra’ mai per smuoverlo!? ) e noi ci perdiamo sulle colline del parco fino a quando ci coglie……..l’ansia del burro! Tra le cose che abbiamo comprato c’e’ anche un panetto di burro che ora se ne sta insieme al resto nel cofano della macchina lasciata al sole. E’ primavera, ci diciamo, non fa ancora cosi’ caldo ma ormai il tarlo si e’ insinuato tra noi e decidiamo di affrettarci verso la macchina per salvare ….. il burro. I prati quasi scoloriscono, Leo naturalmente decide di resistere a questa nostra ansia di ritorno e trova mille odorini su cui soffermarsi a meditare (annusare….). Alla fine e’ fatta, siamo li’, apriamo il cofano temendo di trovare uno squaglio di burro e invece ….. uno splendido panetto ci guarda quasi ridendo di noi e delle nostre ansie nel pieno della sua durezza e freschezza. Arrivera’ a casa in condizioni perfette.
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Nota: Questo racconto e’ stato pubblicato sull’antologia “Racconti Metropolitani” pubblicata dall’UPTER nel 2004

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